Basilica di S. Antioco

bisarcioBisarcio ha origini molto antiche. Fu centro assai notevole già nell’età nuragica, e nei dintorni si contano ben 46 siti e monumenti archeologici. Diventata stanziamento militare in epoca romana lungo la strada Olbia-Lybissonis, ancora più tardi in età bizantina rimase importante sede militare, attorno alla quale si sviluppò un grosso centro abitato da civili.
Dalla diocesi di Castro, forse nel sec. X o nei primi del seguente, venne stralciata una larga parte del territorio che costituì una nuova diocesi con la sede vescovile a Bisarcio. Nella seconda metà del sec. XI un incendio distrusse la chiesa cattedrale di S. Antioco insieme con tutti i documenti che vi si custodivano. Si rese necessario il rinnovo di essi, anche attraverso atti di riconferma delle donazioni a favore della chiesa. Uno di essi, non datato, ma assegnabile agli anni tra il 1070 e il 1082, riconfermando appunto una donazione, ci dà la prima notizia certa sulla chiesa e sulla diocesi.
Questa era alquanto più piccola di quella di Castro, e comprendeva, oltre la stessa sede, i centri ancora esistenti di Ardara, Nughedu, Ozieri, e Tula, con altri sei villaggi medioevali oggi distrutti: Butule, Urvei, Biduvè, Pianu, Pira e Mestighe, Lesanis.
Sul trono del Giudicato di Torres si susseguono tre personaggi importanti per la storia e dell’arte e della stessa Chiesa sarda: Mariano I che fa edificare la chiesa della SS.ma Trinità di Saccargia, suo figlio Costantino I che l’arricchisce con la costruzione di S. Maria di Castro, e il nipote Gonario II che lascia alla posterità la preziosa eredità di S.Antioco di Bisarcio, uno dei capolavori dell’architettura sacra in Sardegna.
Costruita verso la metà de sec. XII secondo lo stile basilicale del romanico a tre navate con grande abside, ha una sua particolare, solenne imponenza, accresciuta anche dall’ampio panorama della sottostante pianura sulla quale domina e dei lontani monti che le fanno corona.
Il portico, aggiuntovi nel sec. XIV, nasconde la facciata originaria, rimasta intatta, che riflette esattamente il profilo di San Nicolò di Ottana, rispondente a sua volta a quello di San Frediano di Pisa.
L’osservatore attento potrà gustare sulla facciata del portico, i fregi geometrici e i ricami in pietra, le ingenue figure di angeli e santi, qualche scena di vita quotidiana, come quella del pastore che munge le pecore: il tutto in una armonia d’insieme non del tutto guasta dalle ingiurie del tempo.
Gli impegni di recupero del territorio circostante e delle strutture già esistenti attorno alla Cattedrale assunti dall’Amministrazione Comunale di Ozieri, la volontà del Vescovo di Ozieri, sono tutti orientati a rendere più evidente il significato storico e religioso dell’antica Cattedrale di Bisarcio.
Nella storia della Diocesi di Ozieri rimane la “CHIESA MADRE”: Ozieri diventa sede vescovile nel 1803 mantenendo il titolo di “DIOCESI DI BISARCIO” fino all’episcopato di Mons. Carmine Cesarano (1915-19) quando ottiene il titolo di “DIOCESI DI OZIERI”.
(Fonte: http://www.chiesacattolica.it)