Grotte di San Michele

Per la difficoltà originale di accesso, per la mancangrotte di san micheleza di luce nell’interno, per la grande umidità che la rendeva malsana ai fini una lunga sosta, e, sopratutto, per la
presenza dei reperti archeologici ritrovati (pissidi. anforette e altri vasi decorati di terracotta, un ciottolo decorato, un idoletto femminile, coltelli di pietra ecc” accanto a vari resti scheletrici umani) , si deve concludere che la GROTTA DI SAN MICHELE è grotta sepolcrale e votiva, una testimonianza quindi importantissima della civiltà sarda prenuragica, e precisamente del periodo Neolitico (da prima del 3500 al 2700 circa a.c).

I reperti ci mostrano perciò una ben determinata forma di civiltà preistorica, con materiali tanto elaborati, fini, eleganti e caratteristici da far conferire il nome di ‘CULTURA DEL SAN MICHELE DI OZIERI” a tutte le analoghe manifestazioni di civiltà sarda di questo periodo. Questa cultura esprime nelle forme e nelle decorazioni degli oggetti (geometrica, curvilinea, a spirale ecc.). un simbolismo di funzione magica e religiosa, proprio delle civiltà agricole e pastorali del Neolitico e dell’ Eneolitico editerraneo.

L’uomo allora pensava di vincere la morte con i segni ed i simboli che la respingevano, rappresentanti la vita; perciò fissava figure e disegni magici, anche vegetali, testimonianti un culto verso la Dea-Madre-Terra, simbolo ciclico perenne di energia e di vitalità intercorrente fra uomo e natura.
La Madre-Terra, divinità sotterranea alla quale per mezzo delle grotte e delle cavità gli uomini pensavano forse di ovvicinorsi, era rappresentata da un Idoletto schematico di donna nuda che aveva, nel culto, un ‘partner’ maschile: il toro, simbollzzato con le corna taurine, segno di forza-virilità, comune anche a tutto il mondo mediterraneo e nuragico.

Come l’ldoletto richiama a figurazioni analoghe del Mediterraneo orientale ( Cicladi), I motivi decorativi sul vasi di San Michele, echeggiano uno stile ugualmente ‘Orientale dell’epoca ( cretese, maltese ecc. ) importate da colonizzatori orientali.

La GROTTA DI SAN MICHELE (così chiamata da un’antica i chiesa dedicata all’Arcangelo S.Michele) era un tempo molto più vasta, come dimostrano i rilevamenti topografici eseguiti nel 1914 (cartina Taramelli).

Ora è priva della prima sala, la più grande, abbattuta durante i lavori di creazione del Campo Sportivo Comunale (il nuovo rilevamento è del Gruppo Speleologico Sassarese, anno 1969).

La Grotta, certamente la più importante con resti Neolitici della zona Nord della Sardegna, ci da una prova dell’alto grado di civiltà raggiunto dalla gente sarda, in uno dei periodi più floridi ed originali della preistoria.

Riferimenti
http://www.comune.ozieri.ss.it/index.php?pagina=album&id=grotta_san_michele
http://www.comune.ozieri.ss.it/index.php?pagina=grotte_san_michele